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Frammenti di un discorso sull’immagine e
l’umano
Storicità dell’immagine
La categoria della rappresentazione figurata non è un dato immediato dello
spirito umano, un fatto naturale, costante e universale. E’ una categoria mentale che,
nella sua elaborazione, presuppone che i concetti di apparenza, imitazione,
somiglianza, immagine, simulacro si siano già enucleati e nettamente delineati, nei loro reciproci
rapporti e nella comune contrapposizione al reale, all’essere. L’immagine ha una storia di distanze e
prossimità con l’essere, di confini esplorati e poi violati e ancora perduti, la visione in sé
è un perdere e trovare.
Il soggetto precario
Tanzola indaga un’estetica dell’oltre-umano dove il soggetto non è che
momentaneo coagulo percettivo e riflessivo, la storia stessa è un accadimento eventuale che assume
significato precario. Il fossile, la struttura degli esseri viventi, delle cose, del tempo e
della realtà stessa vivono di un equilibrio minimo che sussiste solo fin quando li si osserva.
La chimera della creazione ex nihilo
Ostentare la tecnica, oltrepassando il virtuosismo per mostrare l’autonomia
del processo che conduce all’immagine: negativi, monotipi, matrici senza multipli, copie senza
originale come in fondo sono tutte le creature animali e vegetali e l’universo e i mondi
possibili: accessibili in quanto possiedono l’attributo della riproducibilità ma essenzialmente unici,
assolute singolarità. Tanzola insegue proprio questo carattere dell’essere, sotto le specie della
natura, dell’uomo e della storia; e l’arte non può certo eccedere la sterilità della matrice, può
solo interrogarla duplicandola all’infinito, tentando di metterne a fuoco il mistero.
Davide W. Pairone
(dal catalogo "Incontri all'inizio del
mondo",
Centro culturale San Gaetano, Padova -
2012)
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