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"E’ un po’ di tempo che il mio lavoro si sposta sempre più verso una ricerca dell’assoluto. Qualche settimana fa la costruzione di un trittico di grandi dimensioni poteva essere una partenza: prima parte terra incollata su carta dipinta di bianco con attaccata una vespa e il suo favo; seconda parte terra incollata su carta strappata e colorata; terza parte terra incollata su carta dipinta di nero con qualche parte tinta ruggine. E’ un viaggio dall’inizio al termine, all’eternità. Ci sono i miei elementi , le mie manie; nulla di figurativo. E’ rintracciare l’assoluto in ciò che mi è più vicino: la terra, gli insetti, pezzi di alberi, radici. Ma trovo che la tecnica, la manualità, e quella parte, seppur minima, di artigianato che comunque si rinviene in questo tipo di opera ne limiti la riuscita. Il problema che affiora, e che da tempo sto combattendo, è la descrizione delle cose, il voler dare a tutti i costi un senso, un significato a quel che si fa, ad ogni nostro gesto. Come poter esprimere qualcosa senza dover per forza dare una logica? Come poter ritrarre qualcosa senza dover per forza usare una tecnica acquisita, ma esprimendosi semplicemente come farebbe un bambino quando indica ciò che lo attrae? Ho colorato parte di un albero con acqua sporca e poi ne ho ricavato l’impronta su carta. Forse l’anima delle cose sta proprio nell’orma, nell’impronta, nell’ombra. Forse si può trovare dove lo spirito prende per mano il corpo donando alla massa, bloccata dalla terribile prigione della gravità, le infinite possibilità che ha l’intelletto di poter viaggiare. " Pierantonio Tanzola 2007
Il video dell'esecuzione dell'opera "Impronte d'albero"
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