PIERANTONIO TANZOLA                                       

                                            

               

    

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PIERANTONIO TANZOLA

 

"Qualcuno mi dica dove sono" e' il titolo di uno dei circa 30 lavori che risalgono all' ultimo biennio, di Pierantonio Tanzola (Udine, 1963). "Ma a New York, naturalmente", gli si potrebbe rispondere, dato che Manhattan e' il tema predominante dei suoi dipinti. Solo che la New York di Tanzola e' particolare. Perche' l'artista predilige gli ultimi piani di un grattacielo, la sommita' di una guglia di Saint Patrick. Visioni riprese dall' alto o, piuttosto, immagini rubate da una vecchia moviola. Mai frontali, ne' centrate dall'obiettivo. In prevalenza, fuori inquadratura. Domina il color seppia, striato di rosso. Si tratta di oli su tavola con qualche impercettibile ritocco a matita. Le venature del legno assorbono le pennellate di colore. I soggetti? Una processione, l' incontro in una spiaggia affollata, l' attesa ad un tavolo. Che paiono scorci bruciati in fretta, corrosi dal tempo che ha smangiato un angolo, cancellato un'espressione, sbiadito le tinte. Una luce bagna il selciato che accoglie una fugace ombra, unica presenza. E' tra i quadri piu' intensi. Come certi anonimi interni, pulsanti di figure appena accennate nel riflesso in uno specchio, o riposte in fondo ad una stanza. Peccato che tutto cio' venga banalizzato dai titoli: "Il pittore e l' evento", "Scendo subito", "Il futuro ha un cuore antico", "Se non penso a quel che vedo", "Qualcuno mi dica dove sono". Meglio "Senza titolo".

 

Sebastiano Grasso

(articolo apparso il 30 gennaio 1999

sul Corriere della Sera per la personale

"Pierantonio Tanzola - Flash",

Galleria Forni, Milano 1999)

 

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