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L'ARGINE n° 3
novembre 2022 - febbraio 2023 Continua l’avventura de “L’ARGINE”. In questo numero il maestro Franco Piavoli ci introduce alla sua poetica cinematografica. Ci descriverà il personale percorso artistico sin da quando, con una macchina fotografica a soffietto regalata dal padre, iniziò a osservare la realtà del borgo in cui tuttora abita, Pozzolengo, in provincia di Brescia, fino a raccontarci di come realizzò i suoi importanti film. Si continuerà dialogando con il fotografo Nicola Vinci che propone, attraverso i suoi scatti fotografici realizzati in set quasi cinematografici, una coscienza comune, collettiva che si esprime adottando il linguaggio visivo dell’inconscio, creando scene spiazzanti che spesso confondono il lettore. Segue un omaggio a Marisa Merci, segretaria di edizione di un’infinità di produzioni cinematografiche e televisive. Sono qui pubblicate alcune fotografie tratte dal suo archivio, raccolto durante oltre cinquant’anni di carriera, che mostrano alcuni attori colti un attimo prima del ciak oppure durante la lavorazione. Vittorio Bustaffa, pittore e illustratore, racconta del suo amore per la pittura e della sua passione per il Mito e l’epica tanto da rappresentarli nei suoi interessanti lavori creati con una straordinaria tecnica. Ci parlerà anche del suo decisivo incontro con Luciana Mulas, notevole fotografa e sorella di Ugo Mulas, e di tutto quel mondo che girava attorno a questa significativa famiglia. Come in ogni numero de “L’argine” ci saranno, come apriporta, i ritratti dei protagonisti dei contributi. La realizzazione di questi è stata affidata allo stesso Vittorio Bustaffa.
contenuti della rivista:Editoriale - Pierantonio TanzolaIntroduzione - Andrés David Carrara, Giorgio Macii, Carla Tanzola, Pierantonio TanzolaProfilo - Nicola VinciDialogo - Franco PiavoliInedito - Marisa MerciConfronto - Vittorio Bustaffa e un suo ricordo di Luciana MulasRitratti - Vittorio Bustaffa |
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Profilo - Nicola Vinci
Nicola Vinci nasce a Castellaneta (Taranto) il 22 gennaio
del 1975. Nel 2001 si laurea in pittura all’Accademia di
Belle Arti di Bari. Ha sempre lavorato concentrando la sua
attenzione sugli elementi che caratterizzano il dramma, che
da sempre, abbraccia la nostra esistenza. Pierantonio Tanzola: Nicola mi farebbe piacere cominciare questo dialogo con qualche tua informazione sul tuo percorso formativo artistico e di come sei arrivato alla fotografia. Nicola Vinci: Caro Pierantonio, la tua lettura della mia ricerca è molto vicina al mio modo di vivere l’arte che, spesso, si mischia con la quotidianità. Come tu affermi, la mia vita e la mia ricerca sembrano molto distanti tra loro ma, scandagliando, molte cose di una confluiscono nell’altra e questo emerge soprattutto collegando i vari elementi ma anche le varie esperienze che costellano la mia vita. Sin da quando ero bambino l’arte, nelle sue varie forme, mi ha sempre affascinato portando, pian piano, la mia curiosità a coltivare ciò che è per me un’energia vitale più che una forma espressiva ed una passione. Tutto è cominciato dal disegno e dal mio interesse per la pittura, inizialmente guardando mio padre dipingere ad olio, per sua pura e semplice passione ma il colore, il poter dare forma ai propri pensieri e la materia, mi hanno sempre sedotto. Questa è sempre stata per me una passione ma, diversi episodi della mia vita che, come puntini di un gioco, hanno costruito una forma ben definita, hanno fatto cambiare la mia considerazione di vita, dell’arte e dell’espressione della nostra interiorità. Tutto ciò è cambiato quando un drammatico evento, sopraggiunto con forza e quasi arroganza, ha cambiato non solo il senso della mia vita ma ha condizionato il mio modo di vivere e vedere le cose. L’incontro con la morte non è mai piacevole ma apre sempre nuove visioni e consapevolezze. Fino ad allora esprimevo un mio talento, coltivavo la passione per il disegno e la pittura ad olio. Ero curioso ed alimentare questa mia curiosità portava benessere e soddisfazione. Dopo questa forte esperienza una delle prime cose a cui ho pensato è stato voler dipingere ma con prepotenza e forte costanza, disporre di una tela e di colori per esprimere la mia interiorità con la pittura è ciò che mi serviva. Sentivo un forte bisogno di far catalizzare il dolore lacerante di quell’esperienza in cui, da giovanissimi, abbiamo rischiato di perdere la vita ma in cui abbiamo anche perso un caro amico. Raccontare e descrivere una simile esperienza è forte e possibile ma è impossibile spiegare quell’alone di mistero che avvolge la vita, il destino ed i suoi eventi. Studiando in accademia pian piano ho approfondito la tecnica e mi servivo della fotografia, dalla quale partivo. LA fotografia era per me un inizio, una forma a cui dare colore e nuova espressione partendo da una traccia. Col passare del tempo lo studio della psicologia della fotografia e dei grandi maestri ha chiarito soprattutto la mia idea del fare arte. Constatare che la fotografia è un mezzo legato all’istante, alla vita e alla morte (Barthes), alla malattia (Sontag) e al quotidiano, ha fatto maturare in me la volontà e l’esigenza di cambiare strada, incanalando le mie energie in questa forma espressiva che diventava per me un sostituto della pittura. |
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Dialogo - Franco Piavoli
Franco Piavoli nasce a Pozzolengo (Brescia) nel 1933. Pierantonio Tanzola: Franco come hai capito che la strada della tua vita sarebbe stata l’arte cinematografica? Franco Piavoli: Come tutti i bambini iniziai a schizzare con la matita eseguendo disegni di persone e animali. Dopodiché a tredici anni mi son fatto regalare da mio padre una piccola macchina fotografica Zeiss a soffietto e ho cominciato a ritrarre sia amici che persone sconosciute e mi divertivo moltissimo. Un giorno mentre ero con i miei genitori in gita al Garda scendendo dal battello vidi su una panchina una macchina da presa. Il macchinista ci disse di prenderla perché era rimasta là da tempo probabilmente persa da qualche turista straniero. Fui felicissimo. Era una 8 millimetri e così ho cominciato a fare i primi cortometraggi
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Inedito - Marisa Merci
Marisa Merci (all’anagrafe Maria Luisa Merci) nasce a Fiume
il 6 ottobre del 1935 da Luigi Merci e da Ilonka Kellerman.
La famiglia Merci già negli anni ‘40 risulta a Roma dove si
trasferisce in cerca di fortuna.
Maria Luisa Merci, meglio nota a tutti come “Marisa”,
ha lavorato con instancabile passione come segretaria di
edizione per un’infinità di produzioni cinematografiche e
televisive. Nata a Fiume (l’attuale Rijeka in Croazia) il 6
ottobre del 1935, cresciuta a Roma, è venuta a mancare il 17
maggio del 2014.Chi ha conosciuto Marisa sa che era solita
girare con una piccola macchina fotografica che usava di
continuo per documentare la sua vita quotidiana in ogni
aspetto: una serata a cena con gli amici, una visita ai
parenti, i mobili di casa sua. Con la stessa cura, per
decenni, Marisa ha documentato i dettagli di ogni scena
cinematografica, perché, per professione, lei era “la
memoria del film”. Durante le riprese di Le amiche del cuore, regia Michele Placido 1992. Sceneggiatura Michele Placido, Roberto Nobile, Angelo Pasquini; produttore Giovanni Di Clemente, casa di produzione Clemi Cinematografica; distribuzione in italiano CDI; fotografia Giuseppe Lanci; montaggio Ruggero Mastroianni; musiche Nicola Piovani; scenografia Francesco Frigeri. Sulla destra possiamo riconoscere Michele Placido e Marisa Merci.Durante le riprese di Zero in condotta, regia Giuliano Carnimeo 1983. Soggetto Giorgio Mariuzzo; sceneggiatura Giorgio Mariuzzo; distribuzione in italiano DMV Distribuzione; fotografia Federico Zanni; montaggio Alberto Moriani; musiche Roberto Pregadio. In ginocchio al centro della foto possiamo riconoscere Marisa MerciGigi Proietti durante la lavorazione di Il veterinario, miniserie televisiva prodotta da Solaris Cinematografica & Rai Fiction; regia José María Sánchez 2004. Soggetto Salvatore Basile, Gigi Proietti; sceneggiatura Salvatore Basile, Paolo Lanzillotto, Andrea Oliva; fotografia Claudio Sabatini; montaggio Roberto Siciliano; musiche Pino Donaggio; scenografia Alida Cappellini, Giovanni Licheri; costumi Marina Maruccia; produttore Adriano Ariè & Guglielmo Ariè. Interpreti: Gigi Proietti, Anna Galiena, Edy Angelillo, Hassani Shapi, Luigi Montini, Massimiliano Giovanetti, Ivo Garrani, Micol Olivieri, Alessandra Mastronardi, Damiano Russo, Stefano Masciarelli, Marina Ninchi, Luigi Petrucci, Stefano Ambrogi, Roberto Ceccacci, Marina Kazankova, Michele Gammino.
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Confronto - Vittorio
Bustaffa e un suo ricordo di Luciana Mulas
Vittorio Bustaffa (1972), pittore e illustratore,
si forma all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dal 2004
partecipa a mostre collettive e personali di pittura e
illustrazione in gallerie ed istituzioni di alcune città
italiane ed estere. Luciana Mulas nasce a Pozzolengo (Brescia) nel 1930. Inizia a collaborare nel 1961 con il fratello Mario, seguendo gli spettacoli del Piccolo Teatro di Milano. Insieme lavorano per quattro anni a Londra, dove seguono le campagne pubblicitarie per l’antica firma inglese Aquascutum. Nel 1973 apre uno studio personale a Milano, realizzando servizi per pubblicazioni italiane e straniere (Interni, Data Manager, Grazia, Amica, New York Times, Welcome...). Lavora anche per la Triennale di Milano e per i più importanti festival teatrali, cinematografici e artistici. Partecipa a mostre collettive ed espone a personali, tra cui, nel 1985 alla galleria “Gianferrari” di Milano e nel 1988 alla galleria “Cavour” di Bologna. Nel 1992 espone, assieme ai fratelli Maria e Mario, alla galleria “Il Diaframma” di Milano. Insegna fotografia per cinque anni presso l’Istituto Superiore di Architettura e Design di Milano. Nel 1995 è stata chiamata a San Marino per partecipare al V International Photomeeting in qualità di “Maestra di Ritratto”. Muore nel 2017.
Vittorio Bustaffa: Conobbi Luciana mentre stavo
realizzando alcuni lavori pittorici a Castellaro Lagusello,
un bellissimo borgo medievale che accoglieva l’abitazione di
Luciana. |
Per i testi:
©Editoriale - Pierantonio Tanzola
©Profilo - Nicola Vinci, Pierantonio Tanzola
©Dialogo - Franco Piavoli, Pierantonio Tanzola
©Inedito - Andrés David Carrara
©Confronto - Vittorio Bustaffa, Pierantonio Tanzola
Per le immagini:
©Nicola Vinci
©Franco Piavoli
©Archivio Marisa Merci
©Vittorio Bustaffa
©Luciana Mulas